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Intervista a Gabriella Bertizzolo, poetessa bassanese,
facente parte della Giuria dei 300 al Premio Campiello 2006
L'insegnante, scrittrice e poetessa bassanese Gabriella Bertizzolo è stata componente
della Giuria dei Trecento Lettori del Premio Campiello di quest'anno. Di
detta giuria hanno fatto parte nomi più o meno noti, sui quali, sino
all'ultimo, come da regolamento, è rimasto il segreto. Tra i più noti la
cantante Antonella Ruggiero, il disegnatore Milo Manara, l'artista Maurizio
Cattelan (quello dei pupazzi di bimbi impiccati e del meteorite che colpisce
papa Wojtyla, per intenderci), il politico Sandro Bondi, il giornalista
Pierluigi Diaco, l'ambasciatore vicentino Vincenzo Petrone, l'attrice e
fotografa Giorgia Fiorio. Significativa la presenza nell'elenco di vicentini:
Mariano Galla, libraio di Vicenza, Irene Dalla Fontana, Renata Cavedon,
Guido Ghersini, Giovanna Pozza Bevilacqua, Andrea Ranzato, Francesco
Salviati, Gianmauro Tannini e Gabriella Bertizzolo, che ha recentemente
pubblicato con la prestigiosa casa editrice "Marsilio", diretta da Cesare
Ruffato, il libro di poesie "Argonauta". L'abbiamo intervistata perché ci
dicesse le sue impressioni sulla edizione di quest'anno del Campiello che ha
visto la contestata vittoria di Mariolina Venezia, con il libro "Mille anni
che sto qui" (Einaudi).
Prof. Bertizzolo, quali sono le sue impressioni dell'edizione di
quest'anno del Campiello
Sono stata contenta di essere stata nominata nella Giuria Popolare del
Campiello e, visto il mio carattere molto pignolo, mi sono letto e riletto con
molta attenzione tutti i cinque libri della vincitrice Mariolina Venezia "Mille
anni che son qui" (Einaudi), di Milena Agus "Mal di pietre" (Nottetempo),
di Carlo Fruttero "Donne informate sui fatti" (Mondadori), di Romolo
Bugaro "Il labirinto delle passioni perdute" (Rizzoli) e di Alessandro
Zaccuri "Il signor figlio" (Mondadori). Mi è molto piaciuto e ho scelto il
libro dell'avvocato padovano Romolo Bulgaro "Il labirinto delle passioni
perdute" perchÈ si avvicina alla mia sensibilità di poetessa e scrittrice. Un
libro voluminoso di 350 pagine, ma molto bello. Mi è piaciuto anche il libro
molto più breve di Milena Agus "Mal di pietre", un romanzo sui calcoli
renali. Prima della premiazione ufficiale ad Asiago ho conosciuto quattro
dei finalisti (in quell'occasione non si presentato l'ottantuenne Carlo
Fruttero che era indisposto). Mi Ë molto piaciuto il libro di Fruttero perché
ha saputo calarsi pi? che nell'animo nelle mani dei ragazzi di oggi che
digitano sms e mandano e-mail e ha scritto il libro tutto a penna, come ha
detto a Bruno Vespa. Fruttero Ë giunto ultimo, ma secondo me meritava un
piazzamento migliore, attestato dal fatto che alla Fenice tutti si sono alzati in
piedi per acclamarlo.
Fruttero ha accusato la giuria popolare di essere fatta di lettori "medio
o medio-bassi" che non sono in grado capire l'alta scrittura del suo
romanzo Ancièn Regime, un libro da XVIII secolo che parte da Diderot
e arriva a Laclos e alle sue relazioni pericolose.
Confuto completamente questa tesi di Fruttero. Io sono una delle Trecento e
non conosco gli altri componenti della Giuria, ma alla lettura dei nomi che è stata pubblicata ritengo che siano nomi di lettori competenti e in grado di
giudicare un'opera complessa e articolata come quella di Fruttero.
Anche Marinelli, l'anno scorso, ha accusato la giuria popolare di essere
composti di lettori "beoti" e "comunisti", facenti parte "dei salotti
italioti che contano", incapaci di capire i suoi libri "troppo barocchi e
complessi" e "poco impegnati nel sociale".
Contesto in toto questo giudizio di Marinelli che per due volte non è
riuscito a vincere il premio. Mi dispiace però che Fruttero non abbia avuto
quel riconoscimento che si meritava.
La giuria ha premiato la Venezia che Fruttero accusa di scrivere fiction
per la televisione e di saper quindi confezionare delle storie popolari che
piacciono al grande pubblico della televisione.
Ritengo che in questo senso Fruttero abbia ragione. Del resto Mariolina
Venezia ha detto apertamente di scrivere libri che piacciono al grosso
pubblico. Ma ad Asiago, intervistata da Walter Fortuna, ha detto di aver
impiegato sette anni a scrivere questo libro che non è certo un romanzo
improvvisato. E credo che il suo lavoro di sceneggiatrice di serie televisive
molto note come "Vivere" e altre la faciliti nel suo lavoro di scrittrice. A me
però il suo libro non è particolarmente piaciuto e le ho preferito Bugaro e la
Agus.
Darante la cerimonia Bruno Vespa ha commesso delle "gaffes" clamorose.
Vespa ha per due volte parlato di una giuria dei Quattrocento invece che dei
Trecento lettori della Giuria popolare e poi non ha mai nominato fra i
giurati la presenza prestigiosa di Silvio Ramat. Anche la madrina l'attrice
Ines Sastre ha letto gli inizi dei libri in gara dando l'impressione di non
capire quello che leggeva.
a cura di Gianni Giolo
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