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"Cosa si nasconde dietro questo titolo così ambiguamente balneare di Racconti dal Lido? Cosa sono questi otto racconti che Gabriella ci propone oggi, dopo una lunga stagionatura maturata per anni nell’ombra di un cassetto? Un diario di esplorazione del mondo del cinema in uno dei suoi più noti e autorevoli santuari celebrativi ma solo in apparenza, ché si rivela essere poi un diario intimo, un’imprevista riflessione esistenziale. E questo pur sempre attraverso il cinema e tutto quello che gravita attorno, che lo circonda e lo anima. Diario come oggettivazione del “sé”. Uscita dal solipsismo, uscita apparente ma in realtà “apparentemente apparente” perché conduce, attraverso appunto l’oggettivazione del sé, ad uno sguardo su sé stessa da un punto di vista esterno, dal di fuori. Diario di una maturazione, di una crescita. Quasi un romanzo di formazione. Di autoformazione perché formazione dell’autore stesso. Ma al contempo un viaggio di evasione nel mondo dell’illusione che conduce ad un’inattesa presa di coscienza della realtà e della sua verità: da una sorta di entusiasmo adolescenziale si perviene gradualmente ad uno sguardo più critico, ad una più consapevole maturazione. Due ruoli e una persona: la cinefila, l’insegnante, la donna (la veste di poetessa/scrittrice è qualcosa che ingloba gli altri ruoli e, inglobandoli, li trascende al tempo stesso).
Tre figure che si passano con estrema fluidità il testimone, che si scambiano le parti con naturalezza e sincerità perché figure solo apparentemente esteriori di una stessa persona ma in realtà ben radicate nel suo sé più profondo."
dalla prefazione di Mario Brenta |
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