Il fruscio dell'attesa |
“Le idee la imprigionano. L’amore o la libertà, il dramma della fede, l’omologazione che non ha alternative se non l’attesa o il declino. Eppure malgrado se stessa e gli altri, l’autrice trova una pausa - se non un approdo - a questa sua vicenda, a questa sua ecatombe di luci. Nell’ansia, nell’attestazione di sé, nell’irrinunciata dignità, nel confronto - potremmo dire - con i disinganni, la Bertizzolo giunge anche a esorcizzare il destino, a dissociarlo in simboli che i versi catturano e in memorie che risuonano d’antichi moti del cuore”
“Ideas imprison her. Love or freedom, drama of faith, the approval not having alternatives but to wait or decline. And yet despite herself and the others, the authoress finds a pause - or better a landing-place - to this event, to this hecatomb of lights. In the anxiety, in the affirmation of herself, in the inalienable dignity, in the comparison, we can tell that the authoress, with the disillusions gets to exsorcize destiny, separating it into symbols that the verses catch and into memories that vibrate of some ancient motions of the heart.”
Non sapere
Non sapere ciò che si vuole male assoluto tormento infinito tartaro dannazione castrazione auto-distruzione
Volere è potere potere è sapere sapere è volere
(so di non / potere)
Bioritmi
En eden di eterni conflitti
Prozac zapping di pulsioni compresse strizzacervelli non accolti
T.s.o. lapsus co-atti dissociazioni allucinazioni (mai sono / nata) manicomi ospitali nosocomi del cuore
Serenase serenità di cervelli bordelli non assolti assalti al cuore / ancóra padrone
Miraggio
E all’improvviso / appare come folgore il miraggio di ri-comporre con tenaci spille da balia tasselli di un’esistenza stupita che / ancóra illude la vita
Estrema appendice
Tu / Altro da me Tutto per me Nulla di me ancóra / dentro eppure fuori corrodi l’estrema appendice della vita
(ora cedono le antiche ringhiere fatiscenti barriere all’infinito abisso com-penetrato)
Nel teatro Dubroska (Mosca, ottobre 2002)
Con volti / esangui straripanti di ataviche rabbie irrisolti conflitti guerrigliere cecene kamikaze di sterminio vedove di dominio spargendo terrore in ostaggio / tenete inermi spettatori attori coatti di un dramma / sgusciato da noti copioni...
Come marionette fluttuanti nel teatro Dubrovka sorrette da fili / di sangue seminate morte e morte vi / date chiudendo il sipario dell’ineluttabile vita...
Assurda ragione
Respiro di sangue di imminente catastrofe nell’illogico mito di una guerra che accende fiaccole miscredenti...
Procrastinata sete di conquista nelle lontane terre dell’Eufrate e del Tigri ignare culle di cuneiformi vendette...
Chimera di vittoria sconfitta di memoria di atroci olocausti fosse comuni...
Sogno fallace di onirica potenza ripudio di pace nell’assurda ragione che umilia semi di congiunzione...
Tu
Chi sei Tu fachiro argonauta archetipo ladro profeta sciamano che con arcane chiavi accortamente mi rubi dal forziere occultato e con dementi lacci avidamente stritoli briciole di certezze?
Voce
La tua smembrata voce / Madre ferocemente inghiottita nella spirale di un telefono / allibito mi riconduce a te...
Sacro balbettio farfugliamento icastico soave lamento alla mia / tronfia / afasia...
Perché non / ci è concesso di finalmente invertire i ruoli maledetti?
Morire io / da te e vivere tu / in me?
Lande
Cercandoci ancóra ci dilaniamo docili vittime dell’atroce imprinting nel riassunto di vita.
Pellegrino il nostro arrancare su colline intrise di amputati silenzi.
Ancóra siamo spore sperdute in lande di muta desolazione solo talvolta svegliate da soffi di incombenza.
Libri richiusi
Tutto ora è spento e tace nella soffitta allora odorante di polveri amiche di espiati colori...
Può dirsi / pace lo strazio di libri richiusi?
Può dirsi / luce il mesto riverbero di un’ampolla svuotata?
Ombra
Ombra potente forza invadente oscura / infici ataviche certezze ròtte esperite...
Traccia irriducibile margine estremo penetri / e violenti enigmi ancestrali calchi innocenti...
Al tuo riparo ignaro costellato da astri di / diniego ci s-pieghiamo e ancóra il nostro sole rinneghiamo!
Penombra
Ora dovrei / sentirmi annosa dannosa / più della vecchiaia informe bolo deforme appendice di amputate emozioni?
Un’irresistibile impenetrabile parete di evanescenza pietosamente mi / sottrae alla penombra pervicace dell’esistenza...
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